SANTUARIO DEI SANTI MARTIRI PELLEGRINO E ALBERICO CRESCITELLI


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Federico Capone

PERSONAGGI ALTAVILLESI

Federico Capone
Altavilla Irpina, Federico Capone e le miniere di zolfo sono un tris imprescindibile nella Valle del Sabato. Elementi e sinonimi di sviluppo nell'economia del Mezzogiorno d'Italia a partire dal 1863 (scoperta delle miniere di zolfo) e fino al boom economico degli anni '60. Federico Capone era nato il 16 febbraio 1849 ad Altavilla Irpina da illustre famiglia di patrioti. L'avo materno, l'avvocato Bartolomeo Crescitelli, dopo il fallimento della Repubblica Partenopea era andato in esilio. Lo zio, il senatore Giuseppe Capone, aveva partecipato ai moti del 1821 e del 1848. Imprigionato, aveva scontato molti anni nel carcere Borbonico di Santa Maria Apparente. Questi alcuni degli esempi familiari che indussero Federico nel 1860, a chiedere di essere ammesso alla "Colonna Insurrezionale Irpina". Con Giuseppe Garibaldi, diventato poi suo amico, corse per liberare Venezia. Mentre a Mentana combatté al grido di "Roma o morte". Nel 1866 nel suo fondo, dopo aver creato un tiro a segno dal motto " Italia irredenta", si esercitava con i seguaci convinto degli ideali unitari. Amico di Matteo Renato Imbriani-Poerio, De Sanctis, Cavallotti fu eletto la prima volta Deputato della provincia di Avellino nell'ottobre del 1882 e successivamente nel maggio 1886. La generosità dell'altavillese erano encomiabili. In occasione del terremoto di Casamicciola ( isola d' Ischia) del 1883 corse con gli operai del bacino minerario a portare soccorso alle popolazioni così duramente provate. Nel 1887 si prodigò a fornire mezzi e curare gli abitanti di Altavilla colpiti dal colera. Il contagio non lo risparmiò e ripresosi coltivò una delle sue passioni: il volo. I suoi scritti <<Ricordi di Aeronautica>> e << Un terzo di secolo di studi e di esperimenti >> lasciano una testimonianza del genio irpino. "Lo scienziato di Altavilla Irpina" fu il titolo di un articolo apparso sul Times di Londra. Un uomo che alla passione delle donne, da cui ebbe diciassette figli, seppe coniugare l'estro e la fantasia tutta meridionale. Una ricchezza d'animo e di avventuriero che lo spinse a prendere anche numerosi brevetti di volo, tra l'altro in Venezuela, Argentina. E ad occuparsi di finanziare gli scavi archeologici di Pompei ed Ercolano. Un imprenditore che seppe associare agli interessi dell'azienda quelli della sua gente. Un mecenate che contribuì alla crescita culturale della vallata; moriva il 14 giugno 1918 a Villa Borrelli alle falde del Vesuvio, nella splendida residenza di famiglia.



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